SOUND CONTAINERS

Concerto-performance per un percussionista e contenitori sonori

Creazione: Festival Curva Minore (Palermo) 2017

“Apre il concerto in forma quasi cerimoniale, One Four di John Cage, un brano per dieci strumenti a percussione a scelta tra piatti e tamburi, qui declinati in capienti contenitori per biglie orbitanti e frizionanti. Segue Mani Gonxha, per tazze tibetane di Pierluigi Billone. In quest’opera il compositore fa apparire un ricca varietà di contatti, timbri, risonanze e armonici che non si immaginerebbe possibile in una sola fonte sonora: le tazze sono una estensione delle mani dell’interprete, egli stesso diventa parte dell’oggetto che risuona: il piú piccolo contatto fra i vari materiali – metallo, pelle, ossa, torso e la voce – moltiplica e propaga il suono sia attraverso il corpo che agisce, che verso l´esterno. E’ la volta di Solo per strumento etnico ad libitum e voce, tratto dalla celebre opera Exotica di Mauricio Kagel, qui in una speciale versione per Binsasara: strumento tradizionale Giapponese dalle parvenze di un copricapo indiano. Sempre per un unico e singolare strumento è, di Robin Hoffmann, Birkhann -Studie, per Black-gouse pipe: uno speciale richiamo d’uccelli. Il suo tono penetrante – che potrebbe essere descritto come un fruscio di rumore bianco – e le numerose possibilità dinamiche, permettono di muoversi all’interno di un range limitato ma versatile di parametri musicali. Ne nasce una selva di fruscii ritmici, fischi, azioni sibilanti che solo apparentemente sembrano imitare il verso di un gallo cedrone o di qualsiasi altro animale. Anche uno dei più classici strumenti a percussione, come il tamburo militare, può diventare un inedito “contenitore sonoro”. In Fzzl, brano del giovane compositore americano Dan Van Hassel, ci si serve di un’installazione hardware personalizzata che, di fatto, trasforma il rullante in un circuito chiuso di sistema d’innesco e amplificazione: non ci sono quindi altoparlanti e tutti i suoni elettronici risuonano attraverso il tamburo stesso. Infine il Libro Celibe, un libro (sonoro) d’artista, inventato dal compositore e performer Giorgio Battistelli, ispirandosi alle Macchine Celibi di Duchamp. Qui in un nuovo esemplare, realizzato dall’artista del legno Giuseppe Bussi.” (S.B.)