DRACULA
di Tod Browning
Sonorizzazione dal vivo a cura di Massimo Zamboni, Cristiano Roversi e Simone Beneventi
Una sonorizzazione d’autore a cura del chitarrista, cantautore e scrittore Massimo Zamboni (ex CCCP e CSI, nati artisticamente a Berlino nei primi anni ’80) in collaborazione con il polistrumentista Cristiano Roversi (Moongarden, Submarine Silence) e il percussionista e ricercatore del suono Simone Beneventi, dove i tre musicisti evocano il perturbante in musica con geometrie ritmiche e suoni analogici e digitali ad accompagnamento di una pietra miliare del cinema horror degli anni trenta, uno dei più celebri “Dracula” della storia del cinema: la storica pellicola di Tod Browning (il celebre regista di “Freaks”) resa leggenda dall’iconica interpretazione del protagonista Bela Lugosi.
L’horror non è gioco di fantasia, né mise en abyme di recessi insondabili e pericolosi di ognuno, è sempre di più cronaca dello stare al mondo. Lato oscuro sì ma inevitabile, mostro ordinario. Quando uscì il romanzo di Stoker (1897) si poteva pensare a un colpo di coda irrazionale e orrorifico a fronte di una cultura votata al progresso tecnologico, industriale, politico. Poi il vampiro divenne icona e narrazione del capitalista sfruttatore. Ma a più di un secolo di distanza i giochi esistenziali, sociali, sono tutti scoperti. Un essere che non sa morire e non sa vivere, che si nutre di sangue altrui ma -chissà- è in cerca d’amore, consumato -mai fino all’annientamento- da una sorta di nostalgia. Melanconia. Il vampiro siamo noi.
E il film che racconta meglio questo aspetto è il Dracula di Tod Browning del 1931, con un Bela Lugosi che a malapena parla inglese: poche sfinge e parole, da straniero. Dracula è uno straniero. Dracula è noi stessi in quanto stranieri. Ed è un film senza colonna sonora. Il che è un invito a rileggerlo dandogli il ritmo, il mood, del tempo.